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Attività cinosportive, post di apertura - C. Pederzani

Vedevo la mia rottweiler crescere, acquisire competenze, divenire sempre più preparata e straordinariamente equilibrata. E così mi aiutava nei casi difficili, dal cane aggressivo a quello fobico. La sua immensa empatia la portava a sapere sempre quale fosse il miglior modo di agire. Bloccava gli attacchi sgraditi senza reazioni spropositate, invitava al gioco per sdrammatizzare situazioni difficili, ignorava al punto giusto chi era in difficoltà .

Ma in tutto questo c'erano dei comportamenti "oscuri" che nessuno riusciva bene ad interpretare: lei ogni tanto si " fermava", come se avesse un Black Out emozionale. Ti guardava e rimaneva li. Nonostante richiami ed ingaggi. E non era la sua pigrizia, come abbiamo tutti creduto per un po'. No. Mancava qualcosa .

Il suo risveglio e' stato opera di quel qualcosa che ha permesso al mio cane di essere davvero felice. La sua motivazione di base, la sua memoria di razza. Lei e' "guarita " per così dire, in un campo di Utilità' e Difesa . Lei era ed e' felice come mai quando entra in quel campo . Pur continuando a fare con me e in maniera sempre migliore, le sue attività quotidiane al mio fianco . Non dimentichiamo le origini del cane selezionato per secoli per il lavoro . Nel tempo mi sono accorta che molti disagi possono essere parzialmente o totalmente curati seguendo le indicazioni che il nostro cane ci da rispetto alle sue inclinazioni, vocazioni e motivazioni. Non e' un caso che un Border mordace che rischiava il prozac sia stato bene con l'agility. L'importante e' fare tutto nel rispetto e nel benessere . Ecco perché e' necessario trovare ponti di connessione tra le attività cinosportive e l'approccio CZ. Perché ci apre mille orizzonti nuovi .

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