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Le Motivazioni: Essere interessati al Mondo - R. Marchesini

Un cane è diverso da un uomo o da un gatto non solo per l’aspetto fisico ma anche perché portato a mettere in atto deicomportamenti peculiari, per cui lo riconosceremmo pure se si presentasse sotto altre forme. I cani non sono passivi di fronte al mondo ma, proprio come degli attori, interpretano una parte assai caratterizzata, vale a dire compiono precise attività e ricercano particolari cose. Queste propensioni, che trovano espressione nel comportamento, ci parlano della mente del cane e soprattutto di alcune sue componenti molto specifiche dette “motivazioni”. La parola già ci fa capire che si tratta di disposizioni che spingono il soggetto verso un obiettivo ossia lo mettono in moto e gli danno uno scopo per agire.

Quando per esempio vediamo un gatto correre dietro una pallina in movimento siano indotti a pensare che la causa sia la pallina, in realtà un coniglio non si comporterebbe mai così proprio perché manca di un interesse specifico, la motivazione predatoria, vera origine dell’atteggiamento del micio e ciò che rende la pallina un target. Le varie motivazioni sono state selezionate nel corso della filogenesi perché utili ad assolvere le necessità di quella specie, ma il soggetto se le ritrova come un pacchetto di tendenze spesso svincolate dai bisogni, soprattutto nelle condizioni di vita che offriamo ai nostri animali: seppur con la pancia piena e la ciotola sempre ricolma di croccantini il nostro felino non rinuncerà al piacere di rincorrere un piccolo oggetto in movimento.

Insomma dopo aver consumato il pasto la sua mente non è affatto sazia. L’espressione motivazionale dà gratificazione, un piacere ancora più profondo e stabile del godimento effimero di un bocconcino prelibato. Possiamo dire che lemotivazioni costituiscono il sale dell’esistenza, ciò che spinge ciascun individuo a mettersi in moto e affrontare persino fatiche e pericoli pur di raggiungere i suoi obiettivi. Anche l’essere umano non si sottrae da questa componente. Siamo infatti suscettibili al fascino della raccolta e per questo veniamo coinvolti da qualunque tipo di collezione – dai francobolli alle conchiglie – per il solo fatto che siamo dotati della motivazione sillegica che trasforma i diversi oggetti del mondo in entità collezionabili e rende tale attività gratificante.

Esprimendo il suo orizzonte motivazionale è come se il cane manifestasse la sua natura in tutta la sua autenticità e in una perfetta sintonia tra ciò che la mente ricerca e ciò che il corpo è in grado di fare. Tradurre la motivazione in un comportamento dà soddisfazione per cui non si sente la fatica e ci si butta a capofitto nelle imprese più impegnative. Se un’attività viene organizzata secondo una direttrice motivazionale del cane non richiede una ricompensa perchè è già di per sé gratificante. Per questo per ogni specie è fondamentale vivere in un contesto capace di suscitare e di dare espressione alle particolari motivazioni che possiede. Quando ci troviamo di fronte a un cane che presenta alterazioni del comportamento chiediamoci sempre prima di tutto se la vita che conduce è conforme ai suoi bisogni motivazionali, insomma se il suo quotidiano lo rende felice.

Inoltre le motivazioni hanno una parte molto importante nell'inserimento sociale del cane perché dalla loro espressione ricaviamo il carattere del cane: per esempio un rottweiler ha una forte propensione competitiva e difensiva, un border collie una predatoria e collaborativa, un labrador una epimeletica collaborativa. Orbene se una tendenza epimeletica (soccorrere e aiutare) facilita l'integrazione sociale del cane non è così per altre tendenze, come la competitiva o la territoriale, da cui la falsa impressione che esistano razze buone e razze cattive: in realtà qualunque disposizione può essere declinata in modo prosociale se educata oppure può diventare un problema se non indirizzata.

Le motivazioni infatti come le altre componenti della mente vengono organizzate dal processo di sviluppo e in particolare dal modo in cui viene svolta l'attività di gioco. Orbene, dal momento che le propensioni nel cucciolo si esprimono nella proposta ludica, è evidente che le tre razze di cani sopracitate saranno portati a ingaggiare il loro compagno umano in tre giochi differenti. Se andremo ad assecondare la proposta del cucciolo - facendo il tira-molla col rottweiler, il gioco di rincorsa col border collie, il riporto col labrador - non faremo altro che enfatizzare le tendenze rischiando di portare la propensione a maniacalità. Il modo migliore per educare le motivazioni consiste, al contrario, nell'incentivare i giochi sulle altre motivazioni in modo da equilibrare il cane e di dare una cornice disciplinativa (indicando un target, un contesto, una regola di gioco) nel gioco riferito alla propensione.

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