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Il Gatto. Post di apertura - S. Campa

  • siuablog
  • Jul 22, 2014
  • 1 min read

La storia della relazione tra uomo e gatto e' da sempre contraddittoria e a tinte vivaci. Divinizzati dagli Egizi, perseguitati al limite dell'estinzione in epoca medievale, riabilitati agli albori dell'eta' industriale, i gatti hanno sempre stimolato nell'uomo sentimenti altalenanti di profonda, mistica attrazione da una parte e di rifiuto, diffidenza e paura dall'altra. Oggi come oggi, pero', viviamo un momento storico unico nel suo genere. Il rapporto dell'uomo con la Natura e' quanto mai compromesso, soprattutto nelle culture occidentali e questo non solo per l'alto livello di industrializzazione ma anche per una oggettiva distanza che negli ultimi 100 anni l'uomo si e' dato rispetto al resto dei viventi. In questo percorso abbiamo visto i cani perdere il ruolo di co-attori nelle attività lavorative umane per diventare dei "pet", animali "da compagnia", amati e vezzeggiati a volte al limite del disconoscimento delle loro caratteristiche di specie ma, altresi, considerati membri effettivi della famiglia. Anche per quanto riguarda i gatti, il loro posto nell'ecumene sta sicuramente cambiando e sembra destinato a perdere totalmente il suo ruolo di controllore naturale di roditori e volatili. Anche nel loro caso sembra che il cambiamento di ruolo vada a favore di relazioni affettive ed epimeletiche che, per come vengono espresse, spesso negano qualunque altra dimensione chiudendosi in dinamiche di cura spesso totalizzanti. Vorrei poter fare delle previsioni ma proprio non riesco ad immaginare come le cose possano evolversi su questa direzione. Quale e' il futuro, in questo quadro e considerando le evoluzioni di tipo sociale e culturale che stiamo vivendo, che spetta ai gatti?

 
 
 

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