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L'Arte del Divertimento - R. Marchesini

  • siuablog
  • 1 dic 2014
  • Tempo di lettura: 3 min

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Essere coinvolti in passioni comuni e sapersi divertire insieme sono due componenti essenziali per la relazione con il proprio quattrozampe che troppo spesso viene interpretata esclusivamente in chiave affettiva o genitoriale.

Divertirsi e trascorrere dei momenti di distacco dal tran-tran quotidiano significa mantenere alta la partecipazione alla relazione, rinnovarla attraverso nuovi ricordi, mantenere attivi quegli orientamenti motivazionali che ci fanno ricercare nella relazione le gratificazioni e gli appagamenti della quotidianità.

Giocare la relazione solo in chiave affettiva significa darle un registro espressivo molto limitato ma altresì carico di possibili fraintendimenti. Innanzitutto la relazione affettivo-genitoriale tende a confinare all’interno della casa tutte le attività di relazione, con il risultato di limitare l’interattività esterna, con gatti che vengono tenuti segregati in casa o cani che vengono portati fuori solo per i bisogni. Inoltre questa costrizione relazionale porta a umanizzare il proprio pet con tutte le problematiche che seguono, giacché l’antropomorfizzazione non è un viziare ma un maltrattare il proprio beniamino domestico.

Una dimensione esclusivamente affettiva è estremamente povera per un cane che, viceversa, avrebbe bisogno di fare molte attività collaborative e, parimenti, è irritante per un gatto che desidererebbe un rapporto molto meno costrittivo e di contatto. Anche la chiave genitoriale ha i suoi problemi, nella pretesa di considerare l’animale un eterno cucciolo bisognoso di cure parentali, sia per i contenuti ansiogeni che prevede sia per l’eccessiva chiave orale che si dà alla relazione, con problemi di obesità e più in generale di disfunzionalità metabolica, anche perché si tende a dare al pet il proprio cibo e ad alimentarlo al modo continuativo degli onnivori.

Quando parlo di passioni comuni intendo un coinvolgimento effettivo dei due partner di relazione e non semplicemente il ripetitivo lancio di un bastoncino o di una pallina, interpretato nel modo più banale del “far divertire il cane”. Nella relazione ci si deve divertire in due, si deve provare entrambi il desiderio e il coinvolgimento nell’attività. Ovviamente ciò comporta che divertirsi significa sapersi incontrare partendo dalle caratteristiche della persona e del pet in questione. Per questo è indispensabile prima di adottare un certo animale conoscere molto bene le sue caratteristiche attitudinali e confrontarle con le proprie disposizioni. Non si tratta solo di essere in grado di esaudire particolari bisogni, aspetto fondamentale – certo – e proprio per questo sottolineato da tutti, ma altresì di riuscire a divertirsi insieme, cioè di andare d’accordo nell’ambito del coinvolgimento motivazionale. Se il mio più grande piacere è di fare giochi competitivi – lo confesso, amo questo genere di attività ludiche – farò molta fatica a divertirmi con un labrador che, viceversa, tende a interpretare il rapporto in chiave collaborativa. Non a caso il mio cane preferito è il rottweiler. Se al contrario desidero giocare al riporto, sentirmi supportato quasi in modo genitoriale e amo fare passeggiate in zone umide o ripariali, è indubbio che con un retriever sarà facile trovare una convergenza gratificatoria. Fare uno sport insieme al proprio cane è un modo utile per dare passione e fuoco al proprio rapporto. Per questo è molto importante mettere a punto delle attività sportive che siano in grado di sfruttare e far esprimere al cane quelle attitudini di razza che un tempo venivano indirizzate al lavoro. Voglio sottolineare questo perché oggi si tende a negligere le caratteristiche di razza, considerandole solo delle attitudini. In realtà non si tratta solo di competenze bensì di tendenze motivazionali che se non espresse creano deficit di gratificazione nel cane.

Un altro peccato della società contemporanea è quello di trasformare il pet in un feticcio affettivo verso il quale ogni attività relazionale dev’essere fatta nel segno della moderazione e della calma. La relazione ha bisogno anche di passione. Una persona che si diverte nell’osservare, con un mix tra l’esplorativo e l’estetica, troverà nel gatto il miglior compagno di momenti piacevoli. Non dobbiamo dimenticare che la relazione è come una pianta che ha bisogno quotidianamente di essere alimentata in termini di acqua e di luce; allo stesso modo il nostro rapporto con il pet chiede momenti di rilassamento che possono essere effettuati in casa in un registro di calma e in chiave affettiva o epimeletica, ma parimenti ha bisogno di luce ossia di passione e di divertimento, rinnovandosi continuamente e dando un senso al vivere insieme.

 
 
 

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Gli articoli e i post brevi presenti su questo sito sono tutti redatti dal prof. Roberto Marchesini ad esclusione della sezione "Alimentazione" la cui paternità è del Dott. Sergio Canello.

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